Articolo
Abstract

Tra il 1974 e il 1979 Judy Chicago compone un’opera capitale del femminismo internazionale, l’installazione The Dinner Party. La figura di Cassandra vi compare tra i personaggi dell’Heritage Floor, la base di porcellana che ospita la tavola. A partire da qui e fino ai nostri giorni, la storia archetipica di Cassandra, la sua capacità visionaria, il suo ineluttabile isolamento esistenziale e l’impossibilità di essere creduta entrano con forza nella ricerca artistica, in particolar modo nelle opere di donne che descrivono o denunciano la condizione femminile. L’intervento si prefigge come scopo quello di tracciare, attraverso alcuni esempi significativi, le modalità che hanno consentito alle artiste l’appropriazione in chiave espressiva del mito e il suo legame con le rivendicazioni degli anni Settanta, strutturando uno scenario critico tutto di genere in linea con l’approccio metodologico più attuale.

Between 1974 and 1979 Judy Chicago composed The Dinner Party, an essential work for international feminism. The name of Cassandra appears together with the female people of the Heritage Floor, the porcelain base which the table stands on. From this emblematic choice to the present days, Cassandra’s archetypal story, her visionary skills, her ineluctable isolation and the impossibility of being believed forcefully enter in the artistic research, especially in the works of women who describe or denounce the condition of women. The purpose of this essay is to highlight, through some significant examples, all the ways that allow the artists to appropriate the classical myth in an expressive key, its persistence in the visual practices of 70’s and the evocative and self-exploring use of the Cassandra episode, structuring a critical scenario of gender in accordance with the current methodological approach.

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