Articolo
Abstract

Le cinquanta iscrizioni che si pubblicano in questo numero della Rivista sembrano il segno di una vivace ripresa dell’attività di ricerca e di studio anche nell’ambito delle discipline che si occupano delle culture dell’Italia preromana. Numerose sono le inedite, con in prima fila il cospicuo lotto di documenti frutto delle campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza archeologica della Toscana e dall’Università di Pisa in piazza del Duomo a Pisa, negli anni 1985-88, con testi non solo in etrusco, ma anche in greco e in latino, a confermare l’importanza centrale del sito nella topografia e nell’economia della città antica (1-19). Accanto a queste si pone il piccolo nucleo di semplici sigle e contrassegni numerali apposti su vasi e statuette che provengono dal deposito votivo della Grotta Lattaia, sulla montagna di Cetona, in territorio chiusino che, per quanto documenti modestissimi, si pubblicano qui perché costituiscono un gruppo numericamente abbastanza significativo che proviene da un contesto chiuso di carattere sacro (20-27). Da Podere Cannicci, un sito nel territorio di Rusellae (ma prossimo anche ai territori di Vetulonia, Volterra e al Senese) in corso di scavo da diversi anni, proviene un singolare e assai interessante peso in pietra, che reca un’iscrizione di possesso (28). Non si può passare sotto silenzio la straordinaria scoperta di un monumento che restituisce per la prima volta il nome di Porsenna; se l’iscrizione che lo correda è autentica, come sembra, si tratta di un evento veramente importante che porta un non piccolo contributo alla conoscenza, scarsa, di questo personaggio, notissimo come tutti sanno invece alle fonti storiografiche (29). Ma buoni risultati ha dato anche la ricerca nei musei: da Perugia provengono oltre una decina di testi, frutto di nuove letture (31-43); quattro di queste iscrizioni hanno consentito di riaprire la discussione sul significato del lemma senis´, cui di recente in questa stessa sede è stato attribuito un significato corrispondente a latino heres (31-34). La precisa edizione di alcune iscrizioni dipinte su vasi cinerari conservati nell’Antiquarium dell’Ipogeo dei Volumni ha permesso di isolare un’interessante produzione nella città di vasi funerari con caratteri originali, una produzione alla quale non si è portata finora la necessaria attenzione (39-43). Chiusi è presente in questa rassegna con tre testi incisi su urne cinerarie conservate al Museo Civico Tuscolano di Frascati che, per quanto già presenti nel CIE, ricevono dalla nuova pubblicazione apografi precisi e nuove letture (44-46). Ma nella Parte II sono contenuti anche notevoli contributi alla migliore conoscenza di monumenti famosi, ad es. a proposito della problematica iscrizione incisa su stele litica, rinvenuta a Monteguragazza, un luogo sacro nel territorio di Marzabotto, della quale si offre un nuovo più preciso apografo e nuove eccellenti immagini fotografiche, che hanno propiziato una diversa interpretazione del testo (30); o relativamente all’iscrizione di laris pulenas, di cui si ripropone un’assai accurata copia grafica (48).