Articolo
Abstract

Nel presente contributo viene preso in esame il noto carrello rituale proveniente dalla tomba 2 della necropoli dell’Olmo Bello di Bisenzio, proponendo una lettura alternativa a quella canonica; l’oggetto viene per la prima volta interpretato alla luce del proprio contesto di rinvenimento: una tomba femminile di altissimo rango. Dopo una breve disamina degli elementi del corredo della sepoltura e una rapida rassegna sulla storia degli studi, viene proposta una serie di considerazioni di carattere archeologico con diversi riferimenti alla storia del diritto romano e alla letteratura storico-religiosa e antropologica, nell’ottica di una rivalutazione del ruolo femminile nelle comunità protostoriche dell’Italia medio-tirrenica.
Nella stessa prospettiva viene reinterpretato l’intero apparato iconografico del carrello, ponendo al centro della complessa rappresentazione la figura femminile, anche attraverso il confronto sistematico con temi iconografici d’influenza vicino-orientale, acquisiti in Etruria meridionale con tutta probabilità attraverso la mediazione fenicio-cipriota.

This paper examines the well-known ritual cart from Tomb 2 of the necropolis of Olmo Bello at Bisenzio, proposing an alternative interpretation to the canonical one. For the first time, this object has been interpreted in light of its discovery context: the tomb of a high-ranking woman. Following a brief examination of the grave goods and a quick review of former studies on the subject, and with references to the history of Roman law and to religious-historical and anthropological literature, a series of archaeological considerations is proposed that suggests a re-evaluation of women’s role in the protohistoric communities of mid-Tyrrhenian Italy.
From this new perspective, the whole iconographic apparatus is reinterpreted, placing the female figure at the centre of a complex representation, also through a systematic comparison with iconographic themes of Near-Eastern influence, probably acquired in Southern Etruria through Phoenician-Cypriot mediation.